Giornata mondiale delle Emoji
Le #emoji permettono di dare una sfumatura emotiva ai messaggi che, implicita nel tono e nell’espressione del parlante, verrebbe persa passando alla comunicazione scritta. Senza dubbio questo permette allo scrivente di trasmettere la sua emozione in quel momento. Ma permette anche di camuffare e falsificare il nostro stato emotivo. EKMAN, massimo esperto mondiale di emozioni, ci ricorda che è proprio l’universalità delle emozioni e la difficoltà a nasconderle che rende gli esseri umani desiderosi di comunicare con l’altro senza esserne troppo spaventati. Cosa accadrebbe infatti se non potessimo mai sapere o intuire dall’espressione dell’altro se vuole farci del male oppure se è arrabbiato con noi tanto da diventare una minaccia? Se il rossore della vergogna non si palesasse mai, come riconosceremmo che anche il nostro interlocutore può sentire di avere delle mancanze, come a volte sentiamo di averne noi, e che quindi non è perfetto, come non lo siamo noi. Se non sapessimo riconoscere la tristezza, come potremmo stare vicini ai fallimenti di chi amiamo con la fiducia che loro faranno lo stesso quando riconosceranno quella stessa emozione in noi?
Tuttavia spesso mandiamo messaggi con emoji tristi “quanto mi dispiace”, “che peccato”, “ti sono vicina”, senza in realtà entrare in reale empatia con l’altro e senza provare davvero quella emozione. Oppure rassicuriamo un familiare o un amico con faccine contente e sorridenti mentre in realtà stiamo malissimo. Per non parlare di cuoricini con espressioni di affetto “stereotipate”.
Utilizziamo le emoji per manifestare le nostre emozioni o per nasconderci?
Tu come le usi?
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